Finalmente ho avuto l'occasione di incontrare il mio cliente: il prof. Gianfranco Cardelli, direttore tecnico della Federazione Italiana Pentathlon Moderno. Ora attuale tecnico della nazionale, il sig. Cardelli si è prestato ad incontrarmi e a rispondere ad alcune domande, dandomi una visione più completa riguardo questo sport ancora poco conosciuto nel nostro paese.
I: A quale età è possibile iniziare la disciplina del pentathlon? Quali sono i suoi sviluppi?
GC: Il pentathlon può essere approcciato già dai 6 anni, iniziando con le sole discipline di nuoto e corsa. Si arriva poi alla sezione "ragazzi", dove viene introdotto anche il tiro a segno. Superata questa categoria, si passa a quella degli "allievi", introducendo così anche la scherma. L'equitazione fa la sua comparsa solo all'ultimo step, alla categoria dei "junior/senior" . Purtroppo però non tutti riescono a raggiungere tutte le fasi.
I: E nella gara, invece, quale ordine seguono queste discipline?
GC: Si inizia con la scherma, con 36 allievi e circa 7-8 pedane di combattimento. Si passa poi alla gara di nuoto (200m) , finita questa si comincia con l'equitazione: 15 salti con gabbia e doppia gabbia (altezza massima degli ostacoli: 120cm) . Finita queste tre discipline si calcolano dei punteggi, dunque una classifica, e per la corsa si partirà ad handicap a seconda dei risultati ottenuti. La prova della corsa è combinata (per questo detta "combined") con quella del tiro a segno.
I: Sembra uno sport molto interessante, versatile e completo, come mai non ha avuto molto piede qui in Italia?
GC: Per lo stesso motivo da lei citato, per la sua completezza. Infatti il Pentathlon richiede molte caratteristiche fisiche e molto diverse tra loro, basti pensare che unisce degli sport come: scherma, equitazione, e nuoto. La sua completezza coincide con la sua difficoltà, per questo non tutti gli allievi che iniziano il percorso poi lo portano a termine. Nonostante ciò la sua posizione nelle Olimpiadi resta sempre dignitosa, seconda solo ai paesi dell'Europa dell'Est che spesso ne fanno sport nazionale (in quanto disciplina prettamente militare, è in quei paesi molto praticata).
I: Venendo a noi, lei un edificio dedicato al Pentathlon, come lo immagina?
GC: Non ho un'idea ben precisa ,quello che però vorrei, è che fosse tutto ben collegato, che ogni disciplina non venisse distaccata dall'altra e che ci sia un continuo tra loro, soprattutto per lo svolgimento di un'eventuale gara (che si svolge in una sola giornata). Una sorta di unico stadio che raccolga al suo interno l'essenza del pentagono.
I: Esistono centri di questo tipo qui in Italia? Se sì, dove?
GC: Un centro dedicato alla preparazione sportiva del Pentathlon esiste, e si trova a Montelibretti, non troppo distante da Roma. Presto ne verrà costruito anche uno a Pesaro. Purtroppo però, di stadi dedicati a questa disciplina ancora non ne esistono.
sabato 19 aprile 2014
lunedì 14 aprile 2014
Scelta di programma: Pentathlon Centre
Qui la tavola relativa alla mia scelta di programma, il "Pentathlon Centre", una struttura interamente dedicata alla disciplina olimpionica del pentathlon, che non solo ospiterà stadio e attrezzature sportive, ma prevederà anche uno spazio ristoro, una biblioteca accessibile al pubblico, un dormitorio per gli altleti, e un'area ludica / di sosta esterna. Tutto ciò è collocato nell'area adiacente l'Auditorium, nell'attuale maneggio, in via P. De Coubertin.
lunedì 7 aprile 2014
sabato 5 aprile 2014
Steven Holl - Kiasma "Museum of Contemporary Art" Helsinki, Finlandia, 1992-1998
La scelta di questo edificio tra i molti sul libro "Architettura e Modernità" deriva proprio da un problema di urban void molto analogo a quello che mi trovo ad affrontare io nel Tevere Cavo #3 (area maneggio).
Il progetto infatti si inserisce in un punto critico della città di Helsinki, in una zona ove parecchi hanno cercato di trovare una soluzione (compreso Alvar Aalto con il piano del 1960) ma dove in pochi hanno avuto l’opportunità di agire; sono tre le forti preesistenze: la stazione Eliel Saarinen (1919) , il Parlamento (1931), e la Casa Finlandia (1971) –che insieme all’musero d’arte contemporanea si specchieranno sul lago Kamppi-. Ha così una forte responsabilità l’architetto vincitore del concorso, Steven Holl, quando si ritrova a dover inserire un oggetto in un’area così delicata, e lo fa seguendo due (in realtà tre) flussi con due importanti corpi: uno rettilineo, che sembra anticipare il flusso d'acqua adiacente, e l’altro curvo, che lo taglia, quasi a emulare una deviazione stradale/ferroviaria. E' sul concetto di flusso che infatti ha lavorato Steven Holl e sul quale cercherò di lavorare anch'io nel mio progetto; così facendo crea un'interconnessione tra più edifici evitando un mediocre esempio di "architettura isolata" e inserendosi nel contesto urbano favorendone l'espansione. Si affronta quindi il tema dell'incontro, del dialogo, di dualità di flussi. Il progettista infatti propone due corpi differenti ma che si intersecano e comunicano tra loro, come fosse un Chiasma, che si ripete non solo a livello volumetrico esterno, ma anche attraverso i materiali (si incontrano infatti lo zinco e l’alluminio) e all’interno, dove piani e scale sono in continua intersezione dando vita quindi a un’infinita pluralità di prospettive.
Chiasma:
Il chiasmo o chiasma (letteralmente dal greco "struttura a croce di chi greco") è la figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB,BA“Punto ove le fibre dei due nervi ottici si incontrano nella cavità cranica”;
il dinamismo e la velocità, che si esprimono tramite due traiettorie differenti destinate ad incontrarsi e a comunicare tra loro, e con l’esterno circostante.
Il progetto infatti si inserisce in un punto critico della città di Helsinki, in una zona ove parecchi hanno cercato di trovare una soluzione (compreso Alvar Aalto con il piano del 1960) ma dove in pochi hanno avuto l’opportunità di agire; sono tre le forti preesistenze: la stazione Eliel Saarinen (1919) , il Parlamento (1931), e la Casa Finlandia (1971) –che insieme all’musero d’arte contemporanea si specchieranno sul lago Kamppi-. Ha così una forte responsabilità l’architetto vincitore del concorso, Steven Holl, quando si ritrova a dover inserire un oggetto in un’area così delicata, e lo fa seguendo due (in realtà tre) flussi con due importanti corpi: uno rettilineo, che sembra anticipare il flusso d'acqua adiacente, e l’altro curvo, che lo taglia, quasi a emulare una deviazione stradale/ferroviaria. E' sul concetto di flusso che infatti ha lavorato Steven Holl e sul quale cercherò di lavorare anch'io nel mio progetto; così facendo crea un'interconnessione tra più edifici evitando un mediocre esempio di "architettura isolata" e inserendosi nel contesto urbano favorendone l'espansione. Si affronta quindi il tema dell'incontro, del dialogo, di dualità di flussi. Il progettista infatti propone due corpi differenti ma che si intersecano e comunicano tra loro, come fosse un Chiasma, che si ripete non solo a livello volumetrico esterno, ma anche attraverso i materiali (si incontrano infatti lo zinco e l’alluminio) e all’interno, dove piani e scale sono in continua intersezione dando vita quindi a un’infinita pluralità di prospettive.
Chiasma:
Il chiasmo o chiasma (letteralmente dal greco "struttura a croce di chi greco") è la figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB,BA“Punto ove le fibre dei due nervi ottici si incontrano nella cavità cranica”;
il dinamismo e la velocità, che si esprimono tramite due traiettorie differenti destinate ad incontrarsi e a comunicare tra loro, e con l’esterno circostante.
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